domenica 26 aprile 2009

Questione di sguardi.

Si gira, chiude la portiera della macchina con un leggero “clack”, guarda verso l’abitacolo e saluta con la sue lunghe dita smaltate di rosso l’autista dell’auto che parte subito.
E' di una bellezza sconvolgente. I lunghi capelli biondi le ondeggiano sulle spalle, splendenti per la luce solare che li colpisce e attraversa.
Il mio sguardo, dapprima attratto dalla luce che i suoi capelli irradiano, non può fare altro che scendere, bloccandosi sulle carnose labbra socchiuse che, silenziosamente, urlano “baciami” e che, con un guizzo della lingua che le liscia prima sopra e poi sotto, si bagnano di quella che deve essere la saliva più dolce del mondo. Anzi, so che lo è!
Passa l’intero fine settimana senza che Lei si faccia viva. Rimane sempre chiusa in casa. L’unico contatto che ho di lei, è quello visivo: la sua camera da letto sta di fronte alla mia e capita che, ogni tanto, affacciandomi alla finestra, La scorga nei momenti in cui si spoglia per cambiarsi o per infilarsi sotto le coperte.
E' sempre uno spettacolo mozzafiato: il suo corpo nudo, il modo in cui pettina i capelli soffici e il dolce accarezzarsi dalle gambe lunghe e perfette per infilare/sfilare la calze quasi trasparenti; i gesti morbidi, eseguiti nel togliersi il top, per scoprire un seno lievemente abbronzato. Non è grandissimo: una seconda abbondante, forse una terza, ma comunque dalle dimensioni sufficienti per sobbalzare un po’ ad ogni movimento del corpo.
Mi sento un guardone, un voyeur arrapato.
Io la desidero da impazzire…Passo le giornate davanti la finestra sperando di vederla.
La possiedo nella mia immaginazione...
Ora La osservo attraverso la finestra. Lei è distesa sul letto intenta a leggere qualcosa, so benissimo cosa, ma non lo capisco. Sospiro ad ogni movimento delle sue gambe nude alla ricerca di una posizione più comoda, o delle mani, per voltare pagina. Capitolo X: Questione di sguardi.
Un lieve frenare e il rumore di una portiera che si apre e si chiude, attirarono la mia attenzione, che torna repentinamente su di Lei. Non sembra essersi accorta di niente e rimane immersa nella sua lettura...E' Lei la mia lettura preferita.
La porta della sua camera si spalanca e "quello" entra nella stanza, Lei sobbalza dallo spavento, lui l’afferra per le spalle e la spinge contro la parete, facendole sbattere la schiena. Comincia a baciarla sul collo e sulla bocca in modo frenetico mentre lei si dimena. Lui seda ogni tentativo di Lei (lei è mia!) di divincolarsi, spingendola ancora una volta, e poi un terza, contro la parete. Le afferra con entrambe le mani i bordi inferiori della magliettina e gliela sfila di dosso, continuando a tenerla bloccata. Le scopre il seno (il mio seno!). Comincia a baciarlo. Poi usa la lingua. I capezzoli sono ormai duri, eccitati. Comincia a slacciarsi i pantaloni e se li lasci cadere ai piedi. Costringe Lei a mettersi in ginocchio, si afferra l’uccello, non ancora nel pieno dell'erezione e glielo spinge in bocca. Si fa largo tra le sue cavità orali (le mie cavità orali!). Il trattamento dura in tutto qualche minuto. Decide che ora possibile, finalmente, passare ad altro, lo decido anche io: La facciamo alzare, voltare contro il muro e, guidando con la mano il pene duro come il marmo, glielo infiliamo energicamente in mezzo alle gambe. Cominciamo a penetrarla, a farci largo a ondate tra le sue labbra. Acceleriamo. Il bacino e la schiena di Lei si inarcano e raddrizzano spasmodicamente, mentre tenie nascosto il volto tra le braccia.
Perchè ti nascondi amore? Perchè nascondi il tuo viso perfetto, i tuoi occhi, la tua bocca?
In quell’istante che lei si volta verso di me, alza lo sguardo sopra le spalle e lo punta dritto nei miei occhi. Mi fissa, e mentre mi guarda, mi sorride!
A quel punto ero lì, dietro di lei, dentro di lei...solo!
"Ce ne hai messo di tempo, eh?"
"Sì, ma ora sono qui e non ti lascerò più andare via!"

Qualcosa improvvisamente cambia..."Perchè?"
Lei si allontana da me, progressivamente, ma rimane ferma, qui davanti...quel suo sguardo! Odio questo rumore! Mi guarda ancora! Anche le pareti si allontanano, si assottigliano. Il suo sguardo è proprio qui davanti, è impresso nella mia retina, galleggia...Tutto diventa via via più chiaro, sfocato, solo il suo sguardo è immobile, ma ormai c'è solo quello. Il resto si confonde...io mi confondo...il rumore aumenta...lo sguardo persiste...E' assordante...
"Sei arrivato tardi, dolcezza..."
"No! Aspetta, dove vai? Che succede?" Sto realizzando "No, non dirmelo ti prego. Fa che non sia quello che penso, cazzo no! NO!"
...quello sguardo...ti amo...

Mi giro. Che fastidio. Mi pulsano le tempie. Ronzio. Il braccio mi si è addormentato, schiacciato sotto il petto per una notte intera. Lo alzo a fatica. Formicola. Lo sbatto sopra la fottuta sveglia. La giro. 7.15. Lunedì...Cazzo!

1 commento:

  1. sei bravissimo..... se questa è una sorta di "piega" che sta prendendo il tuo blog, be', complimenti! marina

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