sabato 4 luglio 2009

David

- Mamma, mamma! Aiutami! Eddy, Eddy!
Il piccolo era terrorizzato, non riuscivamo a calmarlo. “Eddy, Eddy”. Continuava a ripetere quel maledetto nome. Cosa voleva ancora da lui Eddy?
- Calmati amore, dicci cosa è successo! Dov’è Eddy? Cosa vuole?
Lo abbraccio, lo tengo stretto al mio petto. Trema tutto come una foglia. Sembra impazzito.
Erano mesi ormai che non aveva una delle sue crisi e questo ci aveva fatto sperare per il meglio: il dottor Hughes disse che si trattava di una cosa passeggera, che la mente gli giocava dei brutti scherzi, ma che il piccolo avrebbe superato tutto senza problemi, dovevamo solo aspettare che vincesse la sua personale guerra. Disse che si trattava di una patologia piuttosto comune nei bambini della sua età, soprattutto se avevano subito qualche trauma, semplicemente David aveva un po’ più di difficoltà. Ci consigliò di affidare David alle cure di un nuovo psicologo che lo avrebbe seguito in una terapia per il superamento della paura (perché di questo si trattava: paura), ma non potevamo permetterci di far fronte alla sua parcella, così stabilimmo insieme al dottore che sarebbe stato meglio se ci fossimo trasferiti. Nel giro di due settimane ci stabilimmo nella casa dei miei nonni qui ad Ashville, un posto tranquillo in cui David poteva sentirsi al sicuro e superare il suo problema. Negli ultimi 5 mesi infatti, le cose sembravano sistemarsi e David diventava a poco a poco di nuovo un bambino come tutti gli altri: la mente aveva smesso di fare la pazza e lui aveva smesso di avere i suoi terribili incubi. Ora questi sembravano averlo raggiunto di nuovo!
- Mamma, mamma! Eddy ha fatto male a Rocky e adesso non si muove più! Eddy dice che lo ha fatto perché era divertente, ma secondo me non lo era, non lo era per niente, e lui ride e continua a ridere, lo sento! Vieni mamma!

Finalmente si è addormentato…- dissi veramente sollevato, avvicinandomi a Lycia che se ne stava seduta al tavolo della cucina con le mani che le coprivano il volto. Singhiozzava.
- Mio dio, amore, oggi è stato davvero terribile, non aveva mai avuto una crisi così violenta…cosa possiamo fare con lui? Le medicine non hanno alcun effetto e sono stanca di imbottirlo di psicofarmaci…e poi Rocky, amore, lo ha ucciso! – adesso piangeva.
- E’ stato orribile, orribile…ma non possiamo mollare adesso, abbiamo dato il massimo negli ultimi mesi e i risultati li abbiamo visti, no?
- Cazzo Phillip! David ha ucciso Rocky! Lo capisci? Gli ha legato le zampe allo steccato e lo ha preso a badilate! Ti sembra una cosa normale per un bambino di 11 anni? Eh? Cristo santo!
- Lycia calmati, adesso! So benissimo cosa ha fatto, ho slegato io il cane dalla palizzata, e io l’ho seppellito nell’orto! Ma non è stato lui, è stato Eddy…è lui che…
- Eddy non esiste!
- Sì che esiste, e David ne ha una paura fottuta, come io del resto. E’ da due anni che Eddy è membro indesiderato della nostra famiglia. Ogni giorno a tavola non siamo in tre, c’è anche Eddy, che mangia il nostro cibo attraverso la bocca del piccolo, Eddy è con David nel letto quando dorme ed è sempre con lui ovunque vada, perché è nella sua testa!
- Ma perché amore? Perché non lo lascia in pace? Ci sta rovinando la vita: abbiamo dovuto levare David da ogni scuola perché prontamente Eddy gli faceva fare qualcosa di terribile! Come cazzo lo spieghi al preside che non è stato tuo figlio, ma un demonio che si diverte a controllarlo, a graffettare con la cucitrice l’occhio del suo compagno di banco dopo avergli perforato le guance con la matita? O a spiegare che non è stato tuo figlio, ma questo mostro di nome Eddy, a spogliare nuda nel bagno quella povera bambina per poi quasi annegarla nella tazza mentre con la mano…
- Piantala!
- La stava violentando! Quella povera bambina…Come puoi prendere le difese di tuo figlio se lui non fa altro che comportarsi come un pazzo maniaco?
- Amore cerca di calmarti ora…
- Senza contare che nessun dottore capisce un cazzo: per ogni assurdità che David…
- Eddy!
- che David fa, quegli stupidi dottori hanno sempre una scusa pronta per giustificarlo e non si preoccupano nemmeno di capire cosa possa renderlo così… cosa spinga un bambino della sua età a comportarsi così! Ci prendono per il culo con frasi tipo “Non vi preoccupate, è solo mancanza di affetto”, “fa così perché vuole attirare l’attenzione”, “è colpa di tutta la violenza che c’è in televisione.” Sono tutte stronzate, Phil! E intanto si intascano dei bei bigliettoni. Ci hanno rovinato…
- Il dottor Hughes…
- Hughes è un coglione come tutti gli altri!
- E cosa dovremmo fare allora? Vorresti rinchiudere tuo figlio in un maledetto manicomio, metterlo in isolamento con una bella camicia di forza?
- No, noi lasciamo che lui ammazzi il suo cane a badilate…
- Non fare la spiritosa, cazzo.
- …
- …
- Comincio a pensare che ci stia prendendo in giro, che Eddy sia una figura creata ad hoc per essere incolpata quando David da libero sfogo alla sua violenza…
- Che stai dicendo? David è un bambino dolcissimo, e lo sai benissimo anche te…
- Ma allora perché fa così? Da dove nasce tutta quella violenza, cosa spinge il bambino a comportarsi come un pazzo? Perché non può essere un undicenne come tutti gli altri?
- Vieni qui amore…- la stringo a me.
- Mamma…- David è sulla porta, con le lacrime agli occhi. Non sembra aver pianto, piuttosto sono occhi rossi, colmi di rabbia. In mano tiene qualcosa di metallico.
- Mio dio amore cosa ci fai con quelle forbici? Avanti buttale!
- David, lascia andare immediatamente quelle forbici! Non azzardarti a fare niente o questa volta ti becchi un bel castigo!
- Mamma, Eddy non vuole lasciarmi in pace!
- Lo so, amore…ma adesso mollale!
- Dice che si diverte tanto con me, ma io non lo sopporto più! Ho provato a farlo andare via ma lui non vuole perché dice che uno facile da controllare come me non lo aveva mai trovato! Io non voglio che lui mi controlli ancora…
- La sappiamo amore, ma ti prego - piangeva - ti prego di non fare sciocchezze. Posa a terra quelle forbici, amore ti prego, ascolta la tua mamma…
- Oggi Eddy ha ucciso Rocky e mi ha costretto a dargli un mano…
- Sappiamo che non sei stato te amore…- parlavo cercando di avvicinarmi lentamente, dovevo disarmarlo prima che potesse far del male a noi e a se stesso.
- Eddy dice che è dentro di me…ma io voglio farlo uscire…
- Fermati David. NO!
Balzai fulmineo verso mio figlio che alzata la mano che impugnava le forbici, le puntava contro la tempia. Il mio movimento fu troppo lento e le lame gli penetrarono con forza nella testa. Potei sentire il rumore di cartilagine e ossa che venivano perforate. Si pugnalò e si uccise. David doveva aver concluso che quello fosse l’unico modo per liberarsi di Eddy… ci morì tra le braccia, in preda agli spasmi dovuti alla ferita mortale, mentre il sangue che sgorgava inarrestabile dalla tempia colorava di rosso il suo pigiama. Passammo tutta la notte a stringercelo al petto, abbracciati. Eddy non poteva più fargli del male.

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