giovedì 12 novembre 2009

Quando l'interesse e l'impegno sociale sono una colpa...

Mettiamo il caso che un giovane, di età compresa tra i 19 e 27 anni, oggi decida che forse la società e l'ambiente in cui vive, per un motivo o per l'altro, non gli va a genio e decida di impegnare il proprio tempo libero, e pure un po' di quello che già dedica ad altro che ritiene importante (magari gli studi, il lavoretto per mantenerli o quello stabile che gli garantisce un fututo, le compagnie e gli amicizie sempre importanti a questa età, la fidanzata del momento o quella con cui forse passerà il resto della vita), per partecipare e collaborare ad iniziative collettive o individuali, per migliorarli.
Certo, il contributo che potrà offrire nell'immediato non sarà sufficiente abbastanza da portare chissà che modifiche profonde, ma nel suo piccolo lui ci prova, che intanto qualcosa fa e questo basta per sentirsi soddisfatto, lui che fino ad ora non ha mai fatto molto.
Questo nostro eroe ora inizia la sua avventura!
"Che posso fare?" è la sua prima domanda. Apparentemente un ostacolo insormontabile, che non solo non lo demoralizza, ma lo sprona, perché, guardiamoci intorno, di cose da fare ce ne sono un sacco.  Bastano due passi per il proprio paese, chiacchierare due minuti con un amico, che anche lui qualcosa sa come farla e c'ha pure qualche idea non male, un'occhiata di intesa e la collaborazione è stretta, ci troviamo carta e penna, e buttiamo giù due idee, ok? Ok!
Riunione: Cosa non funziona? Beh, questo e quello, lo sai anche tu che così le cose non vanno bene e a me piacerebbe così, anche a me, hai scritto? sì. Cosa manca? Beh ti ricordi quando siamo andati a vedere quella cosa, non sarebbe male averla anche qui, no? No, anzi, allora scrivo. Scrivi. E se pensassimo anche di fare questo? tizio mi ha detto che lì da lui prima non c'era niente e adesso lo vedi che funziona bene, che ci mettono l'anima. Già, anche noi ci mettiamo tutto. E allora facciamolo!
Insomma, come vedete le idee non mancano, anzi, ora i due sono carichi come non mai , stanno finalmente partecipando a qualcosa che è un po' più grande di loro e ciò li entusiasma, forse anche troppo, di sicuro abbastanza da sparare fin troppo in alto, ma sognare non costa nulla e immaginando si parte già bene.
A questo punto i due eroi sanno dove è giusto intervenire, forse alcuni aspetti fondamenteali un po' gli mancano, magari qualcosa se la perdono per strada (anche volutamente per non rovinare la gioia del momento) e tirano dritto, avanti per la loro strada, come un treno che dopo anni di stazionamento finalmente si lancia nel binario giusto.
Forse la cosa sta acquistando più o meno forma, no? Sì, e parlarne con gli altri, lo abbiamo visto, ha fatto bene, tanti si sono pure coinvolti attivamente. Gli amici ora non sono solo la compagnia con cui impegnare le serate, ma anche nuove forze che si uniscono, come piccole gocce che diventano mare, perché in fondo le cose le vedono un po' tutti allo stesso modo e da sempre: sono cresciuti assieme e insieme continueranno, è questa la realtà del paese.
Poco a poco, quello che partiva così, con la semplicità dell'igenuità, se vogliamo, comincia a giocare un brutto scherzo alla nostra compagnia di eroi, che si convince sempre più (osservando meglio le cose e cogliendo piccoli segnali intorno a loro) che la loro generazione farà la rivoluzione, ci vuole solo ancora un po' di tempo e forse la causa per cui si combatte potrebbe diventare qualcosa di più che un'utopica speranza.
La percezione della loro inaspettata presenza nel bucolico paese, che inizialmente aveva suscitato interesse  e curiosità nella loro gente, presenza a volte vista con sincera ammirazione, altre volte meno, ora sembra essersi un pochino modificata, alterando un po' la sua forma e passando prima dal disinteresse (che magari abbassano i toni, o si stancano e insomma la smettono) al bisogna intervenire e "fare qualcosa".
La partecipazione, scoprono i nostro novelli, inevitabilmente finisce per pestare qualche piede e comunque meglio prevenire e non dargliene l'occasione, ché farsi beccare con le brache calate non piace a nessuno, soprattutto se poi bisogna dire "si sta quasi più comodi senza". Prova te a far capire loro che no, non sono interessato a soffiarti il posto, a screditare te e la tua politica; che no, non voglio nemmno fare quello che faccio per ottenere un riconoscimento che vada oltre l'apprezzamento per l'impegno che ci metto e cazzo, stai sicuro che ce ne metto un sacco; che puoi pure stare tranquillo che non ti remo contro come pensi ecc,  ma tanto non capiscono, è tutto inutile. E non pensate invece che quello per cui combatto debba in qualche modo favorirvi mettendovi belli belli sotto un riflettore: non voglio seguirvi, non l'ho mai fatto, chi o cosa vi ha indotto a pensarlo? Vuol dire che non mi avete capito dall'inizio, o che non ci avete nemmeno voluto provare!
Ecco, gli eroi sono costretti a subire quel processo che prima o poi tocca a tutti quelli che lasciano intendere di non voler essere ammaestrati, che non c'è un bastone che faccio meno male di un altro, e che nemmno cambia a seconda dalla mano che lo impugna; e così la causa ha inizio come pure la messa a morte.
In fondo la colpa è stata di quel giovane, ma che ci può fare se ogni tanto anche a lui piace sognare, e quanto bello è pensare di poter svegliarsi e sapere che non solo è reale, ma che se lo è lo è anche per merito proprio! Forse è stato il suo egoismo, la sua integrità che non gli ha permesso di sporcarsi almeno un po' le mani con il marcio che c'è e che tutti si aspettano uno condivida con loro, a rovinare tutto, ma che volete?, a lui piace essere libero, non migliore, ma libero di adattarsi all'ambiente che preferisce e di modellarlo per starci un po' più comodo. Purtroppo però oggi è tutto etichettato o etichettabile, e di conseguenza strumentalizzabile, anche la libera espressione, e se questa malauguratamente non coincide con la loro, la colpa è solo di chi la professa, perchè forse non ha capito come vanno le cose e, se lo ha capito e ha combattutto per cambiarle, sta sicuro che lo ha fatto per i suoi interessi e non per i nostri o per i loro.
L'unica cosa che resta è il sogno, almeno in quello non solo si può partecipare, ma si è chiamati a farlo!

2 commenti:

  1. Sono sconvolta... Incollata allo schermo... Non so che dire. Sembra un brano di Pennac, ma no, ma no, c'è del tuo, anzi, altroché... Il mio scrivere ormai arrugginito (come sai) è inadatto ad esprimerlo, ma davvero, ho voglia di partecipare, grazie a te.

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  2. Se uno sogna da solo,
    il suo rimane un sogno.
    Ma se sogna insieme agli altri,
    il suo è già l'inizio della realtà.
    :D

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