domenica 3 maggio 2009

L'immaginato che muore

Lunedì, il giorno che segnò irreversibilmente la mia esistenza, il giorno in cui tutto cambiò. Lunedì, il giorno in cui capii di essere morto.
Mi è bastato un attimo e tutto...tutto era altro, per sempre. Niente più appariva come prima. Da lunedì tutto acquistò finalmente un senso!
Se mai me lo avessero chiesto, avrei definito la mia una vita realizzata. Avevo tutto quello che un uomo con un po' di immaginazione può desiderare: Donne, amici, soldi, successo. Vivevo al massimo e non mi accorgevo che le cose stavano cambiando, lentamente...
Qualcuno di voi può pensare che il mio successo sul lavoro stesse inizianodo ad incrinarsi, o che stavo per innamorarmi di una donna per cui avrei abbondonato tutto, o che mi ero incasinato in chissà quale azione illegale per fare un'enorme cazzata e cose così, ma no; la mia realtà rimaneva sempre lì a svolgere il suo dovere.
Quello che stava cambiando era qualcosa di invisibile dentro me. Non so nemmeno cosa, ma di certo abbastanza importante da uccidermi.
All'età di 27 anni, le notti diventavano il momento migliore della giornata. Dopo il successo del giorno, la notte mi dava ristoro e riposo,ma non solo. La notte diventavca la mia più intima consigliera e soprattutto mi permetteva di giudicare, previa attenta analisi, lo svolgimeto dalla mia vita vissuta alla luce del sole. Di notte insomma, invece di dormire, rielaboravo il vissuto. Lo so, lo so, è quello che fanno tutti: pensare a come è andata la giornata e complimentarsi con sé stessi per il buon esito o decidere di fare di meglio per l'indomani ecc...magari arrivando persino a darsi un voto: "Oggi è stata una giornata 10", "E' iniziata da 2 ma la sera è stata indimenticabile, quindi mi darei un 8!", e cose così. Io invece no. Io rivivevo completamente il giorno, dal momento in cui aprivo gli occhi fino a...a? fino a sempre.
Iniziavo,per così dire, scusate il mio egocentrismo, a porre le basi di una nuova disciplina psicanilitica: invece di leggere e interpretare i sogni, l'inconscio, io rileggevo e interpretavo il conscio!
All'inizio era una cosa molto tranquilla, diciamo. Ripensavo alla giornata e la esploravo come uno spettatore. Mi immaginavo e mi rividevo reinterpretare la parte già girata del film della mia vita. Ero come un'entità esterna, una telecamera sul mio mondo.
Ogni notte rivivevo il giorno, ad occhi aperti. Razionalmente. Man mano che il tempo passava quello che prima era solo un occhio esterno, uno spettatore, cominciava ad ottenere "permessi" sempre nuovi. Iniziavo ad osservare non solo me stesso, ma anche il resto. Mi resi conto ben presto che registravo tutto ciò su cui avevo puntato la mia attenzione, ma anche altro. Certo, stiamo parlando del subconscio, quello che c'è ma che non si vede ecc. Ma non è questo il caso. Io non esploravo il subconscio, io smettevo di ripensare in termini di "io" e cominciavo ad esistere come entità all'interno della mia stessa immaginazione. E' difficile da capire lo so. Facciamo allora questo esempio: Mettiamo che state ricordando il momento del vostro primo bacio. Di sicuro ricordate l'avvenimento in sè: cosa è accaduto, come, perchè, cosa vi siete detti ecc...Se provate allora a pensarci, vi accorgerete voi stessi che il momento risulterà irricostruibile nella sua interezza. Vi ricorderete le parole pronunciate, ma non siete sicuri che siano quelle, vi ricoderete le sensazioni, ma in realtàsaranno modificate da voi stessi, perché ne state comunque immaginando un surrogato! Io invece, oltre a riuscire a ricostriure completamente la scena e a riprovare esattamente ciò che provavo nei momenti oggetto dell'analisi, sono in grado di creare un me stesso che per quella stessa scena riesce a girovagare a percepire cose di cui il mio "io" di allora non si rendeva nemmeno conto. Mi sono spiegato più o meno? Bene...In poche parole diventavo mano a mano il marratore onnisciente di me stesso.
Il giorno vivevo e la notte rivivevo e vivevo contemporaneamente. Tutto questo succedeva, veniva a sua volta registrato e, man mano, io morivo; fino a quando, lunedì, smisi di esistere.
Morivo e non me ne accorgevo perché ero troppo preoccuapato per vivere! Ogni notte sempre meno tempo veniva concesso al sonno in favore del rivivere e, ogni notte, smettevo di essere l'io vissuto per diventare l'io immaginario. Esistevo contemporaneamente 3 volte: L'io che immaginava il me stesso che riviveva l'io gia vissuto.
Cominciavo ad evere paura e in realtà ciò che più mi terrorizzava era il non sapere quale dei miei "io" temevo veramente.
Lunedì finalmente decisi di porre fino a tutto questo!
Stabilii di riflettere, stabilii su cosa e decisi che per porre fine a tutto questo, dovevo obbligarmi a realizzare ciò che non potevo: la mia intera esistenza era immaginaria. Io non esistevo, in quanto vivevo solo nel ricordo di me stesso; ricordo manipolato all'infinito da me! Decisi che per risolvere questa situazione dovevo giungere all'unica conclusione impossibile: Io ero frutto della mia stessa immaginazione!
Lunedì, come stabilito, lo realizzai e smisi di esistere.

4 commenti:

  1. Ma se il pensiero è una cosa a se stante, da dove viene? come nasce?
    Comunque è un ottima visione della faccenda. Ci sarebbero da riempire pagine e pagine su questo argomento...
    Bel lavoro.
    AH.. credo di avere un'idea su cui provare a fare qualcosa. poi ti dirò

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  2. "Io non esistevo, in quanto vivevo solo nel ricordo..." la seconda parte della frase non implica un qualche tipo di esistenza negato dalla prima parte?
    "...di me stesso; ricordo manipolato all'infinito da me", me che stabilisce di non esistere ma che si ostina tuttavia a esprimersi e prendere decisioni, pur non esistendo, per proprio decreto.
    Decisamente surreale(ah già, lo dice anche l'etichetta:P)!
    Da quando Pirandello ha iniziato a scrivere e da quando qualcuno ha girato un po' di film su mondi fittizi governati dalle macchine, tutti si fanno un sacco di pare mentali riguardo questa poveraccia di realtà, che adesso non sa più, nemmeno lei, se esiste...
    Alla prossima!

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  3. (Concordo con Elena...)
    Mattia, Leonardo: "AH.. credo di avere un'idea su cui provare a fare qualcosa. poi ti dirò" Non vedo l'ora di leggere cosa farete! :D

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  4. Ti farai bandiera e I HAVE A DREAM!

    …tutto ciò che nasce è tutto ciò che muore
    ma il significato, i discorsi di libertà
    sventoleranno unione per sempre…


    La legge razziale nel 1968
    Pianse al sogno castigato.

    Si era spenta
    L’America
    Ma durante i dialoghi per il civile
    La candela divampava
    Ancora.

    Era sola l’America
    Sola nel predicatore
    La cecità
    La parità degli uomini
    Sola nei suoi occhi futuri
    Occhi
    Lampanti
    Di una luce pacifista
    Promessi
    All’inizio di un credo
    Viandanti
    Tra vie e comizi strabilianti.

    L’impossibile
    Era stato
    Il possibile è situato in storia
    L’impossibile
    Era il panico
    Il possibile è razza
    Di una stesura gandhiana
    L’impossibile
    Era l’addio
    Il possibile è il sogno.

    Ti farai bandiera
    La bandiera che hai alzato
    Di un grande popolo
    Il popolo nero
    Ti farai bandiera
    E il ritornello fraterno…
    Verrà in fronte
    Ad un altro appuntamento.

    --------------------------------
    I have a dream...
    Io ho un sogno...
    I sogni non sempre si realizzano.
    Ma non perché siano troppo grandi o impossibili.
    Perché noi smettiamo di crederci.
    I have a dream...
    Io ho un sogno...
    Martin Luther King Jr.
    1929/1968


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    Da “Il cuore degli Angeli”
    di Maurizio Spagna
    www.ilrotoversi.com
    info@ilrotoversi.com
    L’ideatore
    paroliere, scrittore e poeta al leggìo-

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