Esattamente alla solita ora da cinque anni a questa parte, la sveglia si scatena. Ogni santo giorno mi tormenta con quel suo fastidiosissimo trillo, ed ogni santo giorno mi riprometto di disfarmene. Arrivo persino a minacciarla verbalmente: “Questa me la paghi, stronza!” le urlo contro, ma lei resta lì, immobile ed insofferente ad ogni lamentela ed insulto. Sembra quasi fissarmi con aria di sfida. So che ci prova gusto e per questo la odio.
LA ODIO. Odio con tutto me stesso ogni singolo ingranaggio che compone i suoi diabolici meccanismi.
Il quadrante è insignificante: completamente bianco, non presenta traccia di un qualunque, anche del più misero, tentativo di abbellirlo. Non un disegno, una scritta. Niente. Non riporta nemmeno i giorni della settimana. Ci sono solo le lancette. Come due sottili frecce nere impegnate nel perenne inseguimento di una dell’altra e destinate a vedersi beffare ogni volta che si sovrappongono solo per riallontanarsi, la lancetta dei minuti e quella dei secondi quasi non si distinguono l’una dall’altra. Quella delle ore, invece, è tozza e rossa come il sangue. Tronfia si muove in circolo senza badare alle altre due, consapevole che è lei a fare la differenza: è da lei che l’allarme riceve ordini ed attende un suo segnale per scattare.
Il quadrante è insignificante: completamente bianco, non presenta traccia di un qualunque, anche del più misero, tentativo di abbellirlo. Non un disegno, una scritta. Niente. Non riporta nemmeno i giorni della settimana. Ci sono solo le lancette. Come due sottili frecce nere impegnate nel perenne inseguimento di una dell’altra e destinate a vedersi beffare ogni volta che si sovrappongono solo per riallontanarsi, la lancetta dei minuti e quella dei secondi quasi non si distinguono l’una dall’altra. Quella delle ore, invece, è tozza e rossa come il sangue. Tronfia si muove in circolo senza badare alle altre due, consapevole che è lei a fare la differenza: è da lei che l’allarme riceve ordini ed attende un suo segnale per scattare.