giovedì 30 aprile 2009

Caccia

Allora?
Allora? Vuoi che ti speghi in che cavolo di casino siamo?
Non dicevo questo, capisco benissimo. Intendevo adesso che facciamo?
Non avere fretta...
Non ho nessuna fottutissima fretta!
E stai calmo!
Sono calmo....sono calmo...
Cerca di sembrare naturale.
Ok! Beh... "Bella giornata non trovi?"
E' questo il meglio che sai fare? "Sì bella, piuttosto soleggiata, no?"
Vaffanculo... "E-e in famiglia come va?"
(...) "Bene, bene. A proposito, Clara ti saluta!"
"Grazie, ricambia. Marco aspetta ancora la sua ricetta segreta del polpettone."
"Lo sai quanto Clara sia gelosa dei suoi segreti!"
"Beh, mettici una buona parola!"
"Ok!" (Idiota...) "E il lavoro?"
"Faticoso come al solito, sono stressato e da domani mi prendo una bella vacanza!"
Eccolo, guarda!
Lo vedo!
Non perderlo di vista!
Attenzione, si sta spostando...
Parla piano, Cristo Santo o manderai tutto a puttane! Non muovere un muscolo e continua a fare finta di niente.
E se lo perdiamo?
Stai calmo, non ci scappa, questa volta lo becchiamo!
Avviciniamolo evitando movimenti azzardati...
CAZZO!
Che c'é?
Si avvicina a quei bambini...
Merda...
Vi prego piccoli bastardini non fate stronzate...si, continuate a giocare senza accorgervi di un cavolo...state lì...bravi...?
Dobbiamo avvicinarci un po'.
Ma...?
Qui rischiamo che venga fuori un casino!
Ok, ma non diamo troppo nell'occhio, se ci vede adesso non sappiamo come reagirebbe, soprattutto considerati i marmocchi...
Guarda!
Fiuuu, si sta allontanando dai piccoli...Forse non è in vena!
Ti prego, non scherzare su ste cose. Ricorda cosa è successo l'ultima volta.
Hai ragione, chiedo scusa...
Si dirige verso quell'albero.
Avanti, avviciniamolo.
Ok!
Si è fermato! Cosa facciamo?
Ormai siamo a pochi metri, niente cazzate!
Giriamogli attorno, e chiudiamolo ai lati!
Io a destra e tu a sinistra!
Stavolta è fottuto!
...
...
AH! Beccato!
Bravo! Finalmente! Fermo, piccolo bastardo!
Questa è l'ultima volta che scappi, piccolo demonio!
BAU! BAU!
...Andiamo a casa, che sono già in ritardo per il lavoro...
Non dovevi prenderti una vacanza?
Grazie, Clara. Davvero molto divertente!

lunedì 27 aprile 2009

Preferire l'inferno

Faceva molto caldo. Ero sudata fradicia. Lungo la frangia dei capelli, che mi si era incollata alla fronte, scivolavano lente gocce di sudore. Una mi raggiunse le labbra. La assaggiai. Riconoscevo il sapore di sale ma, mischiato a quello, ne distinguevo un altro: ferro. Spaventata, mi passai una mano sui capelli, poco sopra la fronte e, al contatto con quei lunghi fili mori, la sentii come impiastricciarsi. Salii un po' con la mano e sfiorai una protuberanza, un grosso bernoccolo. Faceva malissimo. Tolsi subito la mano e la osservai: era inzuppata di rosso.
Ero paralizzata.
Avevo una paura fottuta, e la vista della mano sporca di sangue mi fece esplodere un urlo del petto, che però si soffocò lì, perchè la mia bocca non emise un singlo rumore. Mi guardai intorno restando immobile. La stanza mi era familiare. Le pareti erano spoglie e il letto di fronte a me era...era..."abitato"...C'era qualcosa nel letto, immobile. Qualcosa che mi guardava. Due piccole luci, sul cuscino, se stavano sospese nell'ombra e mi fissavano.
Quella cosa era distesa, ben nascosta sotto le coperte. E mi fissava.
"Chi sei?"
Silenzio. Volevo girarmi e scappare. Uscire da quella stanza infernale e allontanarmi da quell'essere che continuava a fissarmi in silenzio, luccicando.
"Chi cazzo sei, eh? Rispondi brutta stronza! E smettila di fissarmi cazzo!"
Si mosse. Le coperte si scostarono. I suoi piedi tremavano.
Percepii un urlo tuonare nella mia mente, un urlo di dolore. Implorava pietà, diceva di smetterla, "BASTA, BASTA" urlava "Ti PrEgO..."
La cosa nel letto ora tremava tutta, spasmodicamente, ma mi fissava...il lucchichio era più intenso, quegli occhi luccicanti non si chiudevano mai, continuavano a fissarmi, immobili. Rimanevo bloccata con quel mostro davanti che sembrava vibrare sotto le coperte e quell'urlo straziante che continuva a riecheggiare nella mente.
Cominciai a sentire delle fitte. Degli aghi mi attreversavano le spalle e le braccia. Delle stilettate mi procuravano doliri terribili. Una prima, una seconda, una terza... Mi accasciai al suolo con quegli aghi che continuavano a pugnalarmi il petto. Guardai in giù: ero ricoperta di sangue, del mio sangue. Dove sentivo le pugnalate mi si aprivano delle ferite che cominciavano a sanguinare, inzuppandomi tutta. Ciminciai pure io, come quella voce ad urlare e mi riconobbi nelle sua terribile voce: "BASTA, VI PREGO, SMETTETELA, BASTA!"
Alzai un po' lo sguardo e la cosa, che prima mi fissava dal letto, ora stava in piedi di fronte a me.
Dai suoi piedi usciva sangue che, allargandosi sul pavimento, disegnava una macchia circolare quasi nera. Continuavo ad alzare lo sguardo e intanto urlavo di dolore, implorandone la fine. La cosa assumeva man mano le sembianze di una donna...
Non mi lasciò il tempo di alzare la testa che il suo volto si proiettò a pochi centimetri dal mio. Quegli occhi terribili.
Fisasvo i miei stessi occhi.

Un'esplosione nel petto...
Un'altra...
Un'altra!
"Signora mi sente? Signora riesce a sentirmi?"
(si...)
"Presto portiamola via!"
(si portatemi via...si...lontana da quest'incubo...)

"Tosta la tipa!"
"Ci credi che quella troietta è sopravvissuta a quei macellai? Porca troia se è tosta! Dopo dieci accoltellate deve aver trovato proprio un bel cazzo di posto dall'altra parte, se ha preferito tornare in questo inferno!"
"E i bastardi che hanno firmato questo capolavoro?"
"Li prenderemo cazzo! Puoi starne certo, mi ci gioco il distintivo!"

L'Ultima Bevuta

Chi sei?
Io sono Io.
Chi non sei?
Non sono Te.
E chi sono IO?
TU sei Dio!
Perché hai cercato di diventare chi non sei?
Volevo cambiare le cose...
Perché?
Perché TU sei sopra tutto e tutti...
Se non lo fossi, fallirei...
Ma TU hai già fallito.
IO non posso fallire!
Allora non staremmo qui a discuterne non trovi?
...
A cosa pensi?
Alla ragione: IO nasco per dare un equilibrio, ed esisto per mantenerlo. IO sono il termine di paragone che vi rende umani e che vi distingue dal Divino. Senza di ME voi non esistereste nemmeno.
Eppure ora io sto qui seduto con TE a bere per dimostrare la tua fallibilità.
E come farai sentiamo?
E' semplice. Io riscriverò la storia!
La storia, eh? E come pensi di fare?
Creando un nuovo modo di Essere Umani!
Un surrogato di Fede?
No, un sostituto...
Sei un bastardo!
Nel momento stesso in cui verrà accettato un nuovo modo di intendere Dio, TU smetterai di esistere e un nuovo Dio nascerà. Un Dio veramente infallibile, perchè la sua esistenza sarà giustificata nel mondo, dalla Sua stessa assenza.
Ma sarà una bugia!
Non lo sarà. Sai benissimo pure TE che un Dogma è una verità assoluta. Io offrirò un nuovo Dogma in cui credere! Qualcosa di innegabile! Un artificio definibile tale solo fino al momento della sua realizzazione.
Ma così non crei un Dio, crei un fantoccio!
Sì, ma in questo modo l'uomo, un giorno, riuscirà a renedersene conto. Ci saranno guerre in nome di questo Dio, persecuzioni, ogni genere di male. Ma ho già pianificato tutto! Alla fine verrà la Libertà!
Sei in gamba, ragazzo! L'ho sempre saputo...Ti lascerò fare. IO ho sempre voluto il Bene e se non lo sono stato, vuol dire che ho fallito e, se ho fallito, non ho motivo di Essere ancora. Non si sfugge alla logica...
No.
Eehh...e così stai per riscrivere la Storia, figliolo.
Sarà una bella storia...
Te lo auguro...Sono contento di aver bevuto quest'ultima birra con te.
Anche io.
Solo un'ultima cosa: come annullerai questa esistenza?
Ho diverse idee...Pensavo ad una specie di immensa esplosione. Qualcosa di mai visto. Un avvenimento giudicabile come irripetibile. Un "Big Bang".
Un gran bel botto!
Già...
Addio ragazzo...e smettila si piangere...
Addio, e grazie...(si asciugò le lacrime e vuotò il bicchiere).

domenica 26 aprile 2009

Questione di sguardi.

Si gira, chiude la portiera della macchina con un leggero “clack”, guarda verso l’abitacolo e saluta con la sue lunghe dita smaltate di rosso l’autista dell’auto che parte subito.
E' di una bellezza sconvolgente. I lunghi capelli biondi le ondeggiano sulle spalle, splendenti per la luce solare che li colpisce e attraversa.
Il mio sguardo, dapprima attratto dalla luce che i suoi capelli irradiano, non può fare altro che scendere, bloccandosi sulle carnose labbra socchiuse che, silenziosamente, urlano “baciami” e che, con un guizzo della lingua che le liscia prima sopra e poi sotto, si bagnano di quella che deve essere la saliva più dolce del mondo. Anzi, so che lo è!
Passa l’intero fine settimana senza che Lei si faccia viva. Rimane sempre chiusa in casa. L’unico contatto che ho di lei, è quello visivo: la sua camera da letto sta di fronte alla mia e capita che, ogni tanto, affacciandomi alla finestra, La scorga nei momenti in cui si spoglia per cambiarsi o per infilarsi sotto le coperte.
E' sempre uno spettacolo mozzafiato: il suo corpo nudo, il modo in cui pettina i capelli soffici e il dolce accarezzarsi dalle gambe lunghe e perfette per infilare/sfilare la calze quasi trasparenti; i gesti morbidi, eseguiti nel togliersi il top, per scoprire un seno lievemente abbronzato. Non è grandissimo: una seconda abbondante, forse una terza, ma comunque dalle dimensioni sufficienti per sobbalzare un po’ ad ogni movimento del corpo.
Mi sento un guardone, un voyeur arrapato.
Io la desidero da impazzire…Passo le giornate davanti la finestra sperando di vederla.
La possiedo nella mia immaginazione...
Ora La osservo attraverso la finestra. Lei è distesa sul letto intenta a leggere qualcosa, so benissimo cosa, ma non lo capisco. Sospiro ad ogni movimento delle sue gambe nude alla ricerca di una posizione più comoda, o delle mani, per voltare pagina. Capitolo X: Questione di sguardi.
Un lieve frenare e il rumore di una portiera che si apre e si chiude, attirarono la mia attenzione, che torna repentinamente su di Lei. Non sembra essersi accorta di niente e rimane immersa nella sua lettura...E' Lei la mia lettura preferita.
La porta della sua camera si spalanca e "quello" entra nella stanza, Lei sobbalza dallo spavento, lui l’afferra per le spalle e la spinge contro la parete, facendole sbattere la schiena. Comincia a baciarla sul collo e sulla bocca in modo frenetico mentre lei si dimena. Lui seda ogni tentativo di Lei (lei è mia!) di divincolarsi, spingendola ancora una volta, e poi un terza, contro la parete. Le afferra con entrambe le mani i bordi inferiori della magliettina e gliela sfila di dosso, continuando a tenerla bloccata. Le scopre il seno (il mio seno!). Comincia a baciarlo. Poi usa la lingua. I capezzoli sono ormai duri, eccitati. Comincia a slacciarsi i pantaloni e se li lasci cadere ai piedi. Costringe Lei a mettersi in ginocchio, si afferra l’uccello, non ancora nel pieno dell'erezione e glielo spinge in bocca. Si fa largo tra le sue cavità orali (le mie cavità orali!). Il trattamento dura in tutto qualche minuto. Decide che ora possibile, finalmente, passare ad altro, lo decido anche io: La facciamo alzare, voltare contro il muro e, guidando con la mano il pene duro come il marmo, glielo infiliamo energicamente in mezzo alle gambe. Cominciamo a penetrarla, a farci largo a ondate tra le sue labbra. Acceleriamo. Il bacino e la schiena di Lei si inarcano e raddrizzano spasmodicamente, mentre tenie nascosto il volto tra le braccia.
Perchè ti nascondi amore? Perchè nascondi il tuo viso perfetto, i tuoi occhi, la tua bocca?
In quell’istante che lei si volta verso di me, alza lo sguardo sopra le spalle e lo punta dritto nei miei occhi. Mi fissa, e mentre mi guarda, mi sorride!
A quel punto ero lì, dietro di lei, dentro di lei...solo!
"Ce ne hai messo di tempo, eh?"
"Sì, ma ora sono qui e non ti lascerò più andare via!"

Qualcosa improvvisamente cambia..."Perchè?"
Lei si allontana da me, progressivamente, ma rimane ferma, qui davanti...quel suo sguardo! Odio questo rumore! Mi guarda ancora! Anche le pareti si allontanano, si assottigliano. Il suo sguardo è proprio qui davanti, è impresso nella mia retina, galleggia...Tutto diventa via via più chiaro, sfocato, solo il suo sguardo è immobile, ma ormai c'è solo quello. Il resto si confonde...io mi confondo...il rumore aumenta...lo sguardo persiste...E' assordante...
"Sei arrivato tardi, dolcezza..."
"No! Aspetta, dove vai? Che succede?" Sto realizzando "No, non dirmelo ti prego. Fa che non sia quello che penso, cazzo no! NO!"
...quello sguardo...ti amo...

Mi giro. Che fastidio. Mi pulsano le tempie. Ronzio. Il braccio mi si è addormentato, schiacciato sotto il petto per una notte intera. Lo alzo a fatica. Formicola. Lo sbatto sopra la fottuta sveglia. La giro. 7.15. Lunedì...Cazzo!

Stimoli senza un senso...

E' strano! A sole due pubblicazioni, già ho ricevuto simpatie e frasi di sostegno per il blog, per altro da parte di due belle ragazze, che dovrei ringraziare. O forse no? In fondo, a causa loro ora mi trovo costretto, in un certo senso, a dare appunto un senso a questo blog, poichè gli incoraggiamenti sono arrivati, è vero, ma sono stati accompagnati da espressioni del tipo "però non ha senso quel che dici, va bene divagare, ma devi dare un motivo al lettore per seguirti, per leggerti...". Hanno ragione, ma più di ammettere di scrivere solo per le molteplici sensazioni che lo scrivere mi regala, non so proprio che fare, e poi una divagazione che contenga un senso non sarebbe degna di chiamarsi tale per il semplice motivo che non sarebbe una divagazione: sarebbe qualcosa con un senso! Una sensogazione!
La piega che questo post ha preso mi impone allora di riflettere e di definire questo termine tanto ridondante nello scritto: Senso.
Cos'è un senso? Un senso, per chiunque abbia la patante, è appunto una direzione. Una linea tracciata da seguire. Un modo, una caratteristica che permette di ricomporre i pezzi di un puzzle. Una facoltà che permette di percepire, recepire, elaborare e se necessario rielaborare degli stimoli.
Insomma qualcosa di fico, no?
E' davvero un peccato che proprio qualcosa di così affascinante e fico, come un senso, non si possa trovare in queste mie pagine. La cosa mi potrebbe pure fare arrabbiare.
Diventa pertanto necessario strabilire che tipo di senso debba permeare il mio modo di scrivere e di divagare. Consideriamo che il senso "vista" (non so in che posizione si collochi nella classifica dei 5 più famosi), al momento della lettura debba esserci per forza.
Magari i miei post necessitano di un senso "orario", prendendo una particalare direzione, oppure di uno "antiorario", !artla'nu enodnednerP
Magari quello che manca è un senso "logico" secondo cui ad ogni affermazione corrisponde un pesce che cammina su un filo. A me sembra ci sia tutto, come pure c'è tutto quello "linguistico": rispetto tutti i diversi piani linguistici di cui il linguaggio umano si compone: fonetico, morfologico, sintattico e semantico. Ma un attimo, fermi tutti! "Semantico"? Qui c'è un problema evidente, in quanto, se rispetto le regole semantiche e quindi quelle del significato, secondo un senso logico, questo post deve, per forza di cose, avere un senso! Procedendo poi in questo senso, allora mi viene da domandarmi: Perché la gente mi accusa di non dare un senso a ciò che scrivo?
La divagazione deve avere quindi un senso, un senso che è suo e suo soltanto. Perché se un vagabondo nel suo vagabondare, segue determinate vie compie determinate scelte; scelte che non lo condurranno in nessun luogo, ma che di certo lo accompagnano nel viaggo. Viaggio che, in mancanza di una destinazione, non ha fine...

mercoledì 22 aprile 2009

Ed ora a noi!

Sudore, sali, sete, affaticamento, stanchezza, riposo, rilassamento...un piccolo brain storming di quello che provo pensando a questo post. (Bicchiere di acqua fresca in mano). Dissetato.
Breve riflessione: Cos'è che si scrive solitamentei n un blog? Dovrei saperlo di certo, dato che sono redattore anche in un altro blog, PseudoLab, in cui, però, si recensiscono cose. Quel blog, quindi, ha una ragione di estistere, ma questo?
Questo, raccoglie semplici vaneggiamenti, che non hanno nessuna pretesa se non quella di rispettare la loro natura. Ora la difficoltà nasce nel decidere di che genere di vaneggiamenti (leggesi seghe mentali n.d.r.) questo blog debba essere vittima. Potrei recensire anche qui, ma perchè fare due volte lo stesso lavoro, se poi consideriamo che già l'altro sito è ben avviato?
Forse potrei raccontare di me, della mia vita e dei miei pensieri, ma essendo uno sincero non sarei in grado di inventare nulla di interessante. Perché non improvvisarmi allora scrutatore della realtà e infangare questa società che non lascia spazio ad un povero ventenne di esprirmersi? Niente, vedete? Non sarei in grado di farlo senza risultare banale o smentibile su qualsiasi fronte e considerando che c'è gente più coscienziosa di me, lascio a loro l'arduo compito di fare da vate alla nostra contradditoria generazione. Potrei forse inventare ricette come fa il mio amore sul suo bel blog, ma, a me, sinceramente, cucinare fa un po' schifo.
E allora che si fa? Niente! Siamo solo noi due: io scrittore e te lettore, e te viene dato il gravoso compito di giudicare, anche se per una volta forse ti ho anticipato, facendo di me ciò che vuoi. Io esisto in questo spazio sotto forma di parola e non ho nessun potere se non quello di attirarti. Tu invece no, tu sei più forte, e stai in cima alla catena alimentare. Ti chiedo solo di risparmiarmi!

martedì 21 aprile 2009

Una scelta come un'altra...

"Quel che manca è la voglia di fare!" E' in queste frequenti occasioni che faccio qualcosa, quel "qualcosa" che tutti, nel momento in cui lo facciamo, riconosciamo come inutile, superfluo e pure dannoso, poiché ruba il tempo a quello che dovremmo effettivamente fare...eppure lo facciamo! Perché? E' l'insoddisfazione, quella che è solita muovere le gesta dell'uomo nelle sue imprese più ardue, a spingermi a premere sui tasti della mia nera tastiera, creando una sequela ordinata nello spazio di cyberparole che, bene o male, vanno a comporre questo post di presentazione.
Sono insoddisfatto e, banalmente, cerco di sedare questo mio senso di frustrazione facendo quello che fa una persona se lasciata sola con i suoi pensieri da riordinare: mi capita di scrivere...Scrivo.
Direte voi che potrei (e forse sarebbe più auspicabile) prendere un pezzo di carta, impugnare una penna e crogiolarmi nelle mie riflessioni nel chiuso di una stanza, al buio, con la schiena curva su su uno sgabello scomodo e rischiando di perdermi; il tutto, senza far del male a nessuno imbrattando il web di cavolate. Dovete sapere però che sono una persona fondamentalmente egoista...Mi dispiace, sinceramente!